Ho scritto questo brano durante i mesi di quarantena.
Questo periodo, per noi musicisti, è sicuramente il peggiore che mi sia mai capitato. Non solo per il lato economico, che tocca tutte le categorie, ma per la mancanza del palco. Mancanza che, per noi, è linfa vitale. È il senso di tutto ciò che facciamo e del perché lo facciamo.
Ho sentito quindi la necessità di esorcizzare il tutto. Volevo raccontare queste giornate così ripetitive, così sempre uguali. Allo stesso tempo il nostro paesaggio sonoro là fuori è cambiato, in strada si ha una percezione dei suoni e dei rumori completamente diversa, sfumature mai percepite prima. Così son partito da queste due parole chiave: ripetizione e sfumature. Non so se il risultato lo si possa definire come una canzone, ma sicuramente per me sarà un ricordo indelebile di questo periodo. Il giro che è nato si basa così su soli due accordi, che ogni volta però si modificano creando nuovi colori. Il ciclo è di 12 misure, un piccolo omaggio indiretto al Blues, alla sua malinconia e a tutto ciò che rappresenta. Vi sono poi questi soundscapes/droni che si alternano portando nuovi dettagli e sfumature senza il bisogno di essere note musicali. L’orologio e il suo ticchettio simboleggiano il tempo di queste giornate ripetitive, che sembra essersi quasi congelato. Anche tutta la parte ritmica non ha variazioni di alcun tipo, al fine di rafforzare questa sensazione. Gli archi si mischiano tra loro con parti movimentate, creando una sorta di confusione nei loro contrappunti che porta a non distinguerli sempre chiaramente. Un senso di ignoto e di incertezza.
Ma per fortuna c’è sempre speranza, dopotutto gli accordi sono maggiori e il Synth che entra verso la fine s'impone nel volerla raffigurare.

Credits:
  • Andrea Balleari: arrangiamento, produzione, mix e master
  • Marco Vassallo: pianoforte, arrangiamento
  • Margherita Benzoni: regia, riprese e montaggio
  • Elsa Spatola: regia e montaggio