"Sei l’unica calma in mezzo a tutti i mei casini"

2018.
Giovanni, AKA Kalt, non ha nemmeno 20 anni.
Ama il rap. Scrive in modo sincero e autobiografico. E, come la maggior parte dei ragazzi della sua generazione, ha incontrato la Trap (che letta così suona come una malattia, ma in effetti per me è molto più difficile d’apprezzare non essendo il target di questo genere).
Kalt ha un’idea.
Vuole unire i musicisti a questo genere, renderlo suonato, mischiando così il vecchio e il nuovo. Vuole suonare dal vivo con una band. Non è una cosa così scontata, oggi. I suoi testi sono leggeri, adolescenziali, nel senso più positivo e coerente del termine.
Ci ritroviamo in sala prove, e la sua metrica ci porta subito a jammare con una ritmica di stampo Reggae, ben lontana quindi dall’idea di sound iniziale (il provino era, ovviamente, su una base Trap). Ma questa intuizione ci piace, ci convince. La teniamo. È il bello di fare musica insieme, no?
Decidiamo allora di osare maggiormente.
In formazione abbiamo un violino (anzi, una violina, è femmina) quindi perché non utilizzare al meglio questa timbrica? L’arrangiamento va quindi ad arricchirsi con una scrittura pensata per quartetto d’archi. Musica sacra e musica da strada convivono, e forse anche bene. Pasolini sarebbe orgoglioso... o forse no.

Credits:
  • Andrea Balleari: basso elettrico, direzione artistica
  • Kalt: voce
  • Luca Ambrosi: chitarre
  • Maria Cozzani: violino
  • Amedeo Marci: batteria

  • Recording e Mix: Daniele Zanotti (DuoTone Studio)
  • Master: Marco Zangirolami